Galleria Ramo

Dietro i muri bianchi

Ramo è una giovane galleria d’arte emergente fondata dai coniugi Simon J. V. David e Benedetta De Rosa. Nata inizialmente come progetto per la realizzazione di mostre “pop-up”, nel 2018 decide di aprire la sua prima sede a Como. Tre anni più tardi la galleria, situata nel pieno centro storico della città, si trasferisce non molto lontano (in via Borsieri 4D) consentendo così un notevole ampliamento degli spazi. Ramo, ad oggi, è meritevole di aver presentato circa venticinque mostre con ospiti nazionali ed internazionali, diventando indubbiamente uno dei punti più stimolanti per quanto riguarda il panorama artistico emergente cittadino. Attualmente lə artistə rappresentatə dalla galleria sono sette, rispettivamente provenienti da Italia, Corea e Stati Uniti, ma non sono rare anche collaborazioni esterne.

Installation view: Un tempo Lungo – Ilaria Cuccagna & Giulia Marchi – 26.02-22.05.2022

Quando ho cominciato a pensare alla stesura di questo articolo mi sono subito domandato quale potesse essere il miglior modo di narrare una realtà per me tanto personale quanto sfaccettata. La mia intenzione non è presentare un accurato elenco di mostre, collaborazioni, date e nomi, bensì quella di raccontare una personalissima riflessione su ciò che è per me l’essenza di questo spazio, passando anche attraverso rapporti e scambi avuti con alcune delle personalità che gravitano attorno al suo micro/macro-mondo.

La cosa che ho percepito fin da subito di questa realtà è il fermento che anima ogni sua iniziativa. Sono molto fiero di potermi definire testimone oculare della sua perseveranza e del suo essersi saputa evolvere mantenendo comunque una coraggiosa quanto necessaria coerenza. Se passione ed impegno per la ricerca sono da sempre i capisaldi di Galleria Ramo, posso anche confermare che buona parte del lavoro dei proprietari si gioca soprattutto nei rapporti umani instaurati sia dentro che fuori le sue mura.

A mio parere Ramo non risulta essere un mero spazio di mercato dove domanda e offerta si incontrano, ma un luogo che sa adempiere al quanto mai fondamentale compito di formare, conoscere e supportare i frastagliati percorsi di ogni giovane artista che transita nella sua orbita. Il contatto diretto con loro è parte integrante dell’esperienza stessa di fruizione ed è una delle caratteristiche che più ha impreziosito il mio frequentare le sale di questa galleria; ogni nuovo allestimento, infatti, porta inevitabilmente a condividere molto tempo con artistə e curatorə e ciò non è affatto un elemento secondario. Poter toccare con mano le opere, percepirne l’odore, poterne apprezzare ruvidità o liscezza, costatarne il peso o l’estrema leggerezza, avere occasione di costruire un personale legame con chi le ha create è, a mio parere, un piccolo grande privilegio.

Un altro dei momenti che trovo essere estremamente intimo è paradossalmente la fase di disallestimento. Togliendo le opere si riscoprono tutta una serie di invisibili piccolezze di cui ci si era scordati ma che sono sempre state presenti: impercettibili segni di matita, minuscoli buchi neri lasciati dai chiodi o piccoli lembi di scotch attaccati durante la fase di allestimento riemergono uno alla volta come piccoli reperti della memoria. È una fase in cui lo spazio torna ad essere asettico, bianco, silenzioso. Mi sono sempre immaginato gli strati di vernice bianca che si sedimentano uno sopra l’altro, mostra dopo mostra, come una sorta di geologia di storie che in qualche modo va a costruire l’aura stessa del luogo.

Exhibition view: This is Not a Curated Exhibition II, 04.12.2021 – 13.02.2022
Exhibition view: In the Mood for Love, 3.6.2022 – 17.7.2022

Galleria Ramo nel corso dei suoi anni di attività ha cambiato sede: mostre, collaborazioni, opere, artistə e iniziative continuano a susseguirsi lentamente alternandosi una dopo l’altra. Persino le vecchie e ruvide pareti di cartongesso martoriate dai chiodi e dallo stucco talvolta vengono sostituite.

In qualche modo si può essere portati a pensare che l’importanza del lavoro di questo spazio e di chi ci opera  è meramente relegata ad una realtà fisica e tangibile fatta di mura, cornici, plinti, post Instagram, storie, luci a led, vernici, cataloghi… ma scrostando appena la superficie si scopre subito che il vento che alimenta la vela di Ramo è soffiato soprattutto dalle persone dotate ancora della voglia di continuare a stupirsi.

di Andrea Barda
Immagini per gentile concessione di Galleria Ramo

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